Radici del nazifascismo in Ucraina. Una genesi che viene da lontano. Urgente è distruggere tutta l’ Ukraine occupata dai nazisti sanguinari di Kiev col suo capo assassino Zelensky e i torturatori di AZOV e PRAVY SEKTOR.
25 dicembre 2022




DOPO la vittoria dell’Armata Rossa e la Liberazione dell’Europa dal nazifascismo nel 1945, i collaborazionisti ucraini, insieme ai reduci nazisti e ai vari collaborazionisti degli altri paesi europei, si sparpagliarono nei paesi esteri sia europei che oltreoceano e sudamericani, aiutati e protetti ad espatriare e a reinserirsi nelle varie società, dai servizi segreti USA della CIA e a quelli inglesi in particolare. Vivendo per alcuni anni in una sorta di limbo o clandestinità attiva…..
Se prima della guerra, i nazisti ucraini facevano affidamento sul Reich e gli rimasero fedeli fino a maggio 1945, dopo la sconfitta del nazifascismo si “consegnarono” ai nuovi vincitori. Così come fecero i nazisti tedeschi. Gli angloamericani rimossero con cura dalla visuale storica non solo molti gerarchi e scienziati del terzo Reich, come il creatore della famosa “arma di rappresaglia” von Braun, ma anche i collaborazionisti europei che divennero un’ampia rete clandestina armata, in funzione antisovietica. I nazisti ucraini, per i quali la fine della II Guerra mondiale nel 1945, fu sia un crollo militare che politico, fecero la scelta di passare con l’ex nemico e misero le loro forze sopravvissute, al servizio delle intelligence occidentali. L’URSS sottovalutò questa peste nazionalista, cercando un processo di rieducazione e poi di integrazione, commettendo un grave errore, non sradicandoli ma fidandosi di un loro ravvedimento. In questo modo questo virus sopravvisse e si insediò tra le pieghe dei nuovi paesi liberati e decenni dopo è tornato ad ha insanguinare nuovamente la terra ed il popolo ucraino.
Un dato caratterizzante il neonazismo ucraino è quello che, mentre le varie forme di “rinascite nazifasciste” in Europa si sono date nuove forme e mimetizzazioni, il neonazismo ucraino ripropone integralmente i suoi antenati anche nei dettagli: dall’estetica e dalle simbologie, fino ai metodi e ai contenuti. E la concezione basilare del nazismo ucraino, resta sempre l’odio per la Russia e tutto ciò che è russo, rafforzato da un odio inferocito per la Vittoria sovietica nella Grande Guerra Patriottica. Ed ora dopo oltre tre quarti di secolo, questo odio ha nuovamente contaminato come una erba infestante la realtà ucraina.
Dopo la sconfitta della Germania nazista, i banderisti dell’OUN e dell’UPA, si trovavano quasi tutti nella zona di occupazione occidentale e, di conseguenza, nella sfera di interesse dei servizi speciali dei vari paesi occidentali. Con l’inizio ufficiale della “guerra fredda ” nel 1947, la loro attività cominciò a rivolgersi verso l’ambiente degli emigranti ucraini, con il supporto dei servizi di intelligence di Stati Uniti e Gran Bretagna, per cui il loro movimento divenne uno strumento utilissimo per i ranghi della CIA e del MI6 in particolare, mentre le loro attività nel territorio della RSS Ucraina e della Polonia, non riuscirono a penetrare, e furono stroncate dai servizi di sicurezza dell’URSS e della Polonia.
Poi negli anni successivi, molti discendenti dei criminali che uccisero e massacrarono centinaia di migliaia di ucraini, antifascisti, ebrei, comunisti, riuscirono ad infiltrarsi silenziosamente nelle strutture istituzionali dello stato ucraino, camuffandosi con attività legali e visibili, ma sempre portatori del seme nazifascista di Bandera e dell’OUN, come orizzonte.
Alcuni arrivarono addirittura a divenire, dopo lo scioglimento dell’URSS, deputati o accademici storici molto conosciuti e riconosciuti come continuità con i massacratori loro “padri”, e più avanti documenterò alcuni esempi tra i più significativi e sconcertanti per la memoria storica antifascista e non solo.
Affrontando la storia delle radici del nazifascismo in Ucraina e per comprendere ciò che è accaduto dal 2014 ad oggi in Ucraina, occorre conoscere come è potuto accadere che in un paese come l’Ucraina, il cui popolo pagò un prezzo di sangue e distruzioni altissimo, nella lotta per la liberazione dal nazifascismo, sia potuto avvenire 60 anni dopo, un colpo di stato organizzato ed etero diretto dall’occidente, ma compiuto dagli sprezzanti e arroganti eredi e continuatori dell’ideologia nazista.
Subito dopo la fine della II° guerra mondiale, da subito USA e Inghilterra in particolare, misero in campo una progettualità che aveva l’obiettivo strategico di mettere in ginocchio e destabilizzare l’Unione Sovietica e i paesi socialisti suoi alleati. E un ruolo centrale in questa progettualità fu assunto e assegnato proprio ai nazionalisti ucraini dell’OUN.
Per capire le vicende ucraine attuali, occorre ricostruire i passaggi storici pianificati nel dopoguerra del 1945, che poi hanno trovato la loro materializzazione politica e concreta nel 2014.
Dopo la sconfitta della Germania nazista, tutta questa vile feccia di criminali e sadici fanatici, si stabilì in Occidente, unendosi ai ranghi della CIA, dell’MI6 e di altre agenzie di intelligence occidentali, come poi è divenuto pubblico.
Questo svariato insieme di feccia malvagia, come i loro precursori ideologici, che distrussero centinaia di migliaia di civili in quelle terre martoriate, correva e si arruolava negli uffici dei servizi di intelligence statunitensi ed europei, che “scordarono”, che essi erano i nemici degli anni precedenti.
Nel febbraio 1946, parlando a nome della RSS Ucraina in una sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a Londra, il poeta futurista ucraino sovietico Nikolai Bahzan chiese che i paesi occidentali estradassero molti criminali nazionalisti ucraini, in primis Stepan Bandera, definendolo un “criminale contro l’umanità“. Proprio nello stesso anno, rendendosi conto che era impossibile condurre una lotta antibolscevica con l’aiuto dei soli nazionalisti ucraini, Bandera avviò la formazione organizzativa del Blocco dei popoli antibolscevichi (ABN), un centro di coordinamento delle organizzazioni politiche anticomuniste degli emigranti dall’URSS e da altri paesi del campo socialista.
Allo stesso tempo, dal 1947, l‘OUN(b) nonostante fosse indebolito militarmente, dominava l’ambiente dell’emigrazione nazionalista, soprattutto negli USA e in Canada, diventando particolarmente utilizzato durante il picco della Guerra Fredda nella prima metà degli anni ’80.
La messa in atto come attività sul campo, venne affidato alla struttura organizzativa già presente formalmente, del Blocco anti-bolscevico delle nazioni (ABN), che era un’organizzazione internazionale, fondata come centro di coordinamento per le organizzazioni politiche emigrate anticomuniste e nazionaliste dei paesi sovietici e di altri paesi socialisti. La nascita ufficiale dell’ABN risaliva a una conferenza di rappresentanti di popoli non russi che ebbe luogo nel novembre 1943, vicino a Zhytomyr, indetta dal Comitato delle Nazioni Soggiogate/Fronte Antibolscevico su iniziativa dell’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini (OUN).
Fu questo l’atto di nascita della strategia della Guerra fredda, che si poneva l’obiettivo strategico della distruzione dell’URSS e del sistema socialista come alternativa ai sistemi capitalistici occidentali. In questo Blocco gli elementi più attivi erano le organizzazioni nazionaliste ucraine. Nel 1946-1947, la polizia segreta clandestina dell’OUN-B, la Sluzhba Bezpeky, condusse, con il supporto anglo-americano, l’operazione Ohio, una campagna di omicidi nei campi profughi nella Germania occidentale. Le vittime erano sospetti agenti sovietici, antifascisti, membri di gruppi ucraini rivali e coloro che sapevano troppo dei trascorsi collaborazionisti dei leader dell’ABN.
L. Fletcher Prouty, ex colonnello della United States Air Force ed ex capo delle operazioni speciali sotto la presidenza di John F. Kennedy, dopo il suo ritiro dal servizio attivo, divenne un forte critico della politica estera statunitense, in particolare delle attività segrete della Central Intelligence Agency (CIA), di cui aveva una rilevante conoscenza interna, riguardo a questi omicidi pianificati dichiarò, riferendosi ai sicari dell’OUN ucraino, che “…quegli assassini erano i migliori sicari sul mercato di cui si era mai sentito parlare”.
Quanto importante e strategico fu il lavoro di questo Blocco che esaurì i suoi compiti nel 1991 con il crollo dell’URSS e dei paesi socialisti, nello specifico ucraino, lo si può oggi rilevare vedendo quale ruolo centrale lo hanno avuto alcuni suoi esponenti più noti, come i coniugi Stetsko, che si assunsero il compito politico di radicare nuovamente il seme malefico del radicalismo nazifascista in Ucraina.
La figura preminente di questa progettualità fuYaroslav Semenovich Stetsko nato il 19 gennaio 1912 e morto il 5 luglio 1986, che fino al ’45 fu al fianco di Bandera e del Terzo Reich. Poi dal 1968 fino alla sua morte divenne il capo dell’Organizzazione dei nazionalisti ucraini (OUN). Durante l’operazione Barbarossa, l’invasione nazista dell’Unione Sovietica nel 1941, si autoproclamò capo provvisorio di un governo ucraino indipendente dichiarato da Bandera. Stetsko divenne poi il leader del Blocco anti-bolscevico delle nazioni (ABN) dal momento della sua fondazione fino al 1986, anno della sua morte. Yaroslav Stetsko è stato attivo nelle organizzazioni nazionaliste ucraine sin dalla gioventù. Iniziò le sue attività terroristiche con l’organizzazione separatista “Ukrayinska Natsionalistychna Molod” (Gioventù nazionalista ucraina) e poi nell’OUN. A causa delle sue attività anti-polacche e dell’assassinio del funzionario polacco Bronislaw Piernacki da parte di nazionalisti ucraini, Stetsko fu arrestato dalle autorità polacche nel 1934 e condannato a 5 anni per complicità. La pena gli fu poi ridotta e Stetsko fu rilasciato nel 1937 con un’amnistia generale.
Il 30 giugno 1941 Stetsko dichiarò a Leopoli la formazione di un governo nazionale ucraino dichiarando che “…collaborerà strettamente con la Grande Germania nazionalsocialista, sotto la guida del suo leader Adolf Hitler per formare un nuovo ordine in Europa e nel mondo “, come affermato nel testo dell ‘”Atto di proclamazione dello stato ucraino“. I funzionari della Gestapo e dell’Abwehr proteggevano i seguaci di Bandera. Nell’aprile 1944 Stepan Bandera e il suo vice Yaroslav Stetsko furono assoldati da Otto Skorzeny per pianificare i piani per attentati e sabotaggi contro l’esercito sovietico.
Nell’agosto 1941 Stetsko scrisse una sua autobiografia indirizzata alle autorità naziste dove esprimeva diversi passaggi antisemiti; in particolare affermava di considerare il marxismo un prodotto del pensiero ebraico, messo in pratica dai popolo moscovita con l’assistenza ebraica, e che Mosca e gli ebrei sono i portatori delle idee internazionali dei bolscevichi. Stetsko affermava che sebbene considerasse Mosca, piuttosto che gli ebrei, il principale nemico dell’Ucraina nazionalista, sosteneva fermamente l’idea del ruolo innegabilmente nocivo degli ebrei nella riduzione in schiavitù dell’Ucraina da parte di Mosca. Alla fine dichiarò di appoggiare in modo incondizionato lo sterminio degli ebrei e il criterio dei metodi tedeschi di sterminio degli ebrei, invece di assimilarli.
Nel 1950 Stetsko diresse una conferenza ABN a Edimburgo finanziata dall‘MI6 a cui parteciparono personaggi come Alfrēds Bērziņš della Lettonia; Stanislaw Stankievich che aveva guidato il Consiglio nazionale bielorusso; Kajum Khan delNational Turkestan Unity Committee. A rappresentare la Romania alla conferenza c’era la Legione dell’Arcangelo Michele (meglio conosciuta come la Guardia di Ferro); per la Bulgaria il Fronte nazionale bulgaro e i croati degli Ustascia. Nella conferenza Stetsko affermò che l’ABN era pronto e disposto a combattere e di essere in grado di “creare un esercito di oltre dieci milioni di soldati” per combattere contro l’Unione Sovietica. Molti gruppi di emigrati polacchi, che avevano boicottato la conferenza di Edimburgo con repulsione per l’OUN, accusarono l’ABN di ignorare la “dura realtà” dell’Europa orientale, vale a dire che le vaste forze militari che l’ABN affermava di comandare non esistevano. Un comunicato stampa emesso dal governo polacco in esilio a Londra denunciava l’ABN, dicendo che “non c’era alcuna possibilità di scrollarsi di dosso l’odiato giogo bolscevico… “.
Nel 1951 la rivista americana The New Leader pubblicò un articolo intitolato ” Una Alleanza di cui non abbiamo bisogno” dove documentava come l’ABN era stata fondata su istigazione dell’Ostministerium di Rosenberg nel 1943 e che quasi tutti i leader dell’ABN erano stati attivi collaborazionisti dell’Asse nazifascista. Sotto una fotografia di Rosenberg con la didascalia “La sua memoria aleggia“, l’articolo tradusse le dichiarazioni più estreme anti-russe, che erano una continuazione diretta della propaganda dell’Ostministerium in tempo di guerra. Come in un opuscolo ABN che affermava che i russi “non sono mai stati in grado di formare un ordine sociale degno degli esseri umani». Tali documentazioni ebbero qualche effetto, il governo degli Stati Uniti che, tramite i suoi servizi di intelligence era tra i promotori, prese ufficialmente le distanze, dicendo che Stetsko aveva “tendenze totalitarie”, non ultima la sua abitudine di ordinare l’assassinio dei rivali. Inoltre, il governo americano ritenne che Stetsko fosse “troppo estremista” poiché il suo obiettivo dichiarato era quello di provocare la terza guerra mondiale, sostenendo che questo era il modo migliore per raggiungere il suo obiettivo di smantellare l’Unione Sovietica.
Lo storico americano Richard Rasche documentò che l’ABN aveva “almeno una dozzina di ben noti collaboratori nazisti” nel suo consiglio di amministrazione. I presidenti del Consiglio centrale dell’ABN includevano A. Bērziņš, V. Kajum-Khan, F. Ďurčanský , F. Farkas de KisbarnakeR. Ostrowski . Il capo del Movimento di Liberazione Romeno affiliato all’ABN era Horia Sima, ex capo della Guardia di Ferro. I segretari generali di lunga data erano il dottor Niko Nakashidze e C. Pokorný. Bērziņš era un lettone che prestò servizio come obersturmführer nelle SS e fu accusato di aver torturato e ucciso 2.000 ebrei. Nel consiglio di amministrazione dell’ABN c’era anche Edward O’Connor, un ex membro del Consiglio di sicurezza nazionale americano che aveva favorito l’utilizzo di gruppi di emigrati per disgregare l’Unione Sovietica. O’Connor era ritenuto l’ “attivista più rilevante” nell’ABN. Un certo numero di negazionisti dell’Olocausto come Austin App , l’autore di The Six Million Swindle erano membri dell’ABN.
L’ABN collaborava strettamente con la World Anti-Communist League (WACL) e l’ European Freedom Council (EFC). La rivista dell’ABN “ ABN Correspondence”, elogiava senza remore i leader collaborazionisti del tempo di guerra come Ante Pavelić della Croazia e padre Jozef Tiso della Slovacchia come “veri combattenti per la libertà” contro il comunismo. L’ABN arrivò a godere di un certo potere negli Stati Uniti poiché molti americani originari dell’Europa orientale votavano per candidati approvati dall’ABN, facendo sì che i politici sia democratici che repubblicani cercassero le simpatie dell’ABN. Gli attivisti dell’ABN negli Stati Uniti sostenevano i politici che proclamavano la linea anticomunista più estrema, come il senatore repubblicano Joseph McCarthy che a sua volta elogiava l’ABN. Oltre che negli Stati Uniti, l’ABN arrivò in posti di potere anche in Canada negli anni ’50, quando c’era una significativa popolazione ucraino-canadese che votava per candidati approvati dall’ABN.
Nel marzo 1958, in una conferenza a Città del Messico, l’ABN si unì alla Lega anticomunista del popolo asiatico, al Comitato per un milione contro l’ammissione della Cina rossa e alla Confederazione interamericana per la difesa della Cina di Taiwan, per formare il Congresso mondiale anticomunista per la liberazione e la libertà. La Lega anticomunista del popolo asiatico era un’organizzazione sostenuta clandestinamente dai governi della Repubblica di Cina (Taiwan), Corea del Sud, Filippine e Vietnam del Sud. L’obiettivo del Congresso mondiale anticomunista per la liberazione e la libertà era di fornire “sostegno morale e materiale alle forze dietro la cortina di ferro in Europa e in Asia” e di “raggiungere l’obiettivo finale di liberare e ripristinare l’indipendenza nazionale, la libertà”. Nel luglio 1958, il Congresso si frantumò poiché il leader del Comitato per un milione, Marvin Liebman, si era ritirato dicendo che non voleva lavorare con Stetsko. Liebman, i cui genitori ebrei provenivano dalla Galizia, era rimasto scioccato nell’apprendere che Stetsko era stato responsabile nell’organizzazione di pogrom contro gli ebrei galiziani nel 1941. Liebman definì Stetsko e i suoi seguaci “stolti“, affermando che Stetsko era un antisemita che identificava il comunismo con gli ebrei, poiché continuava a mantenere la sua dottrina alterata della concezione del “giudeo-bolscevismo“. Dopo che Liebman si dimise, iniziò a ricevere minacce di morte dai membri dell’OUN che lo definivano un “ebreo bolscevico”.
Il diplomatico americano George F. Kennan arrivò a deplorare l’ABN, denunciando che il gruppo avesse un’influenza eccessiva sul Congresso USA, poiché la maggior parte dei membri del Congresso e dei senatori aveva paura di essere etichettati come “morbidi nei confronti del comunismo”. Kennan scrisse che l’ABN negli Stati Uniti era un classico esempio di una lobby interna che assumeva il controllo della politica estera per raggiungere i propri fini, anche se tali obiettivi non erano necessariamente nell’interesse più ampio degli Stati Uniti.
Dal 1962 in poi, Stetsko e l’ABN lavorarono a stretto contatto con Lady Birdwood, definita come “il più grande propagandista individuale di materiale razzista e antisemita” in Gran Bretagna, come leader del ramo britannico dell’European Freedom Council.
Nel novembre 1967, l’ABN organizzò sit in a Ottawa fuori dall’ambasciata sovietica e a Montreal fuori dal consolato sovietico per protestare contro il 50° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre. L’oratore principale fu Stetsko, il cui discorso chiedeva l’indipendenza dell’Ucraina e fece esplodere il pubblico ucraino-canadese in una gioia estatica. Ad un’altra manifestazione dell’ABN tenutasi poco dopo, parteciparono l’ex primo ministro, John Diefenbaker, e il deputato conservatore Mike Starr, il primo ucraino-canadese ad essere eletto alla Camera dei Comuni.
Il giornalista statunitense Russ Bellant ha descritto l’ABN come “…un gruppo di coordinamento dei gruppi collaborazionisti genocidi dell’Europa orientale”. A sostegno di questa affermazione, Bellant evidenziò che il Consiglio centrale bielorusso dell’ABN era di fatto una continuazione della Rada centrale istituita dalle autorità tedesche nel 1941, i cui poliziotti avevano giocato un ruolo decisivo nello sterminio della comunità ebraica della Bielorussia nel 1941-43. Riguardo all’Ucraina, furono i militanti armati dell’OUN che lavoravano per le SS, che abbatterono oltre 90.000 ebrei ucraini nel 1941-42 e che fu Yaroslav Stetsko ad aver organizzato i pogrom a Leopoli nel 1941, dove furono uccisi migliaia di ebrei e polacchi.
L’ABN era guidato proprio da Yaroslav Stetsko, un nazionalista ucraino, braccio destro di Stefan Bandera, che aveva sostenuto l’Olocausto e un assoluto odio antisovietico e anticomunista per tutta la sua vita, dal momento della fondazione dell’OUN fino al 1986, anno della sua morte. A Y. Stetsko nella guida del Blocco, succedette la sua vedova Slava Stetsko, Slava Stetsko, una protagonista dello sdoganamento del nazismo e di ciò che poi ha portato ad EuroMaidan del 2014, ed alla guerra di distruzione contro le Repubbliche Popolari del Donbass.
Chi era e cosa ha rappresentato Yaroslav Stetsko per l’Ucraina, oltre alle sue imprese criminali e atroci, politicamente è sintetizzato nelle righe scritte come prefazione nel libro del 1969 “Cattive Nazioni, la nostra prima linea di difesa” di Bailey Bernadine, dove offriva le seguenti enunciazioni politiche:
- “Antisemitismo”: una parola diffamatoria usata dai comunisti contro coloro che concretamente gli si oppongono e li smascherano.
- Un “Fascista”: un anticomunista.
- Un “Nazista o hitleriano”: un anticomunista attivo.
Nel dopoguerra Stetsko ha continuato ad essere molto attivo politicamente, nel 1946 fu lui a prendere la direzione dell’ABN, di cui rimase presidente fino alla sua morte.Poi nel 1968 divenne capo dell’OUN-B. Fu anche membro del consiglio centrale della World Anti-Communist League .
Il 5 luglio 1986 Yaroslav Stetsko morì a Monaco di Baviera, in Germania
Esempi tra i più significativi e sconcertanti, che dovrebbero ALMENO far riflettere, su cos’è l’Ucraina del dopo Maidan e chi li guida. La figura criminale di Yaroslav Stetsko è stata delineata sopra, vediamo ora chi era Slava Stetsko, alacre braccio destro del marito per creare un nuovo ordine mondiale con Hitler, che tornò poi a Kiev e dopo il golpe di EuroMaidan, divenne un deputato della Verkhovna Rada.
Nata il 14 maggio 1920 a Termopil in Galizia, morta il 12 marzo 2003, divenne membro dell’Organizzazione dei nazionalisti ucraini (OUN) nel 1938. Quando si verificò la scissione all’interno dell’OUN nel 1940, andò con l’ala dell’OUN guidato da Stepan Bandera. Durante la seconda guerra mondiale , prestò servizio come inserviente e infermiera nell’esercito ribelle ucraino, dal 1944 visse in Germania.
Nel 1946 assunse una posizione di leadership nell’OUN (fazione Bandera) e poi fu membro dell’esecutivo del Blocco delle Nazioni Antibolscevico (ABN). Ha curato ABN Correspondence (1957-1996) così come la sua edizione tedesca, il trimestrale The Ukrainian Review e altri periodici ABN, e ha organizzato e partecipato a numerosi congressi internazionali anticomunisti. Ha servito come membro dell’esecutivo centrale delAssociazione giovanile ucraina (1948–53). Dal 1968 è stata responsabile del settore affari esteri dell’OUN(B). È stata co-organizzatrice del Consiglio Europeo della Libertà e ne è diventata vicepresidente nel 1985. Nel 1986, in seguito alla morte del marito, divenne presidente dell’ABN e membro esecutivo della World Anti-Communist League.
Nel 1991, alla Settima Grande Assemblea dell’OUN, la Stetsko fu nominata leader dell’OUN(B). Ha mantenuto tale incarico fino al 2000. Nel luglio 1991 si è trasferita in Ucraina. L’anno successivo, il 18 ottobre 1992 ha fondato il Congresso dei nazionalisti ucraini , che ha poi guidato fino alla sua morte.
Fu eletta per la prima volta come deputato al Consiglio supremo dell’Ucraina nel 1997. È stata rieletta nel 1998 e nel 2002. Nel 1998 a Stetsko, come più anziano deputato della sessione del Consiglio supremo, fu assegnato il compito di guidare i parlamentari nel prestare giuramento di ufficio. Ne seguì un pandemonio, con i membri comunisti e socialisti, che la consideravano una collaboratrice nazista per il suo ruolo dirigente nell’OUN.
Slava Stetsko, vedova dell’ex primo ministro imposto dai nazisti, Yaroslav Stetsko, apre una sessione della Verkhovna Rada. Concludeva sempre i suoi interventi al grido della loro parola d’ordine «Gloria all’Ucraina!».
Nel 2010, su iniziativa dell’allora presidente ucraino Viktor Yushchenko, una targa in memoria per Yaroslava Stetsko è stata montata nella sua casa di Monaco di Baviera in Germania e un Museo è stato inaugurato il 24 agosto 2019 nel villaggio Yushkivitsi Zhydachiv vicino a Lviv/Leopoli.
Un’altra figura che fu fondamentale e decisiva in questo percorso di reinseminazione del morbo nazista in Ucraina fu Roman Shukhevychche fu comandante dell’Esercito Ribelle Ucraino alleato del Terzo Reich, che ebbe poi nel figlio Yurii Shukhevych un fondamentale prosecutore ed esecutore.
Roman Taras Yosypovych Shukhevych noto anche con il suo pseudonimo Taras Chuprynka, era nato il 30 giugno 1907, morto il 5 marzo 1950, è stato uno dei più importanti e fanatici nazionalisti ucraini, con un curriculum criminale tra i più sanguinari, fu comandante del Battaglione Nachtigalluptmann, del battaglione di polizia ausiliario tedesco Schutzmannschaft 201, capo militare dell’esercito insorto ucraino (UPA) e uno degli organizzatori dei massacri di Galizia-Volinia di circa 100.000 polacchi.
Nel 1925 Shukhevych si unì all’Organizzazione militare ucraina (UVO). Nel 1926 l’unità regionale dell’UVO ordinò a Shukhevych di assassinare il sovrintendente scolastico di Lwów, Stanisław Sobiński, accusato di “polonizzazione” del sistema educativo ucraino. Roman Shukhevych e Bohdan Pidhainy eseguirono l’assassinio il 19 ottobre 1926.
Nel febbraio 1929 fu fondata a Vienna l’ Organizzazione dei nazionalisti ucraini (OUN). Shukhevych, con il nome di “Dzvin” (campana), divenne un rappresentante dell’esecutivo ucraino.
Shukhevych fu a capo di un’ondata di attacchi e saccheggi contro proprietà e case polacche in Galizia nel 1930, che avevano lo scopo di provocare rappresaglie delle autorità polacche e di radicalizzare la società ucraina.
Shukhevych nella sua militanza ha pianificato e partecipato ad attività terroristiche e numerosi omicidi pianificati dai nazionalisti ucraini come atti di protesta contro le politiche anti-ucraine. Tra questi vi sono:
- Campagne di espropri di uffici del governo polacco al fine di finanziare l’insurrezione, rapine in banca e assalti agli uffici postali o ai vagoni.
- il 1 settembre 1931, assassinio di Tadeusz Hołówko, un politico polacco moderato, che sosteneva l’autonomia culturale per gli ucraini. Il suo omicidio causò uno choc tra la gente locale.
- l’assassinio, il 22 marzo 1932, del commissario di polizia Czechowski
- il fallito tentato assassinio del console sovietico a Leopoli
- l’ assassinio del membro del parlamento e ministro degli affari interni polacco Bronisław Pieracki , che l’OUN aveva dichiarato responsabile dell’organizzazione di azioni di “pacificazione“.
- il 30 novembre 1932, assalto all’ufficio postale di Gródek Jagielloński con la partecipazione diretta di Shukhevych, in cui furono uccisi numerosi civili.
Shukhevych, con Stepan Bandera, Stepan Lenkavsky, Yaroslav Stetsko, Yaroslav Starukh e altri, teorizzarono il concetto di “rivoluzione permanente”. Secondo il loro manifesto, il popolo ucraino, sfruttato da un occupante, poteva ottenere la libertà solo attraverso un continuo assalto al nemico. Shukhevych teorizzò l’idea che la rivoluzione fosse un conflitto senza compromessi o limiti per sconfiggere definitivamente il nemico.
Shukhevych fu uno dei teorici e fondatori della formazione dell’Esercito ucraino insurrezionale. Dal 19 gennaio 1935 Shukhevych fu confinato nella prigione di Leopoli, incarcerato per la sua appartenenza all’esecutivo regionale dell’OUN e condannato a tre anni. Il 18 luglio Shukhevych fu anche accusato dell’omicidio di Pieracki e mandato nella prigione di Bereza Kartuska. Grazie all’amnistia del 1935 fu scarcerato.
Durante il processo di Varsavia contro l’OUN (18 novembre 1935 – 13 gennaio 1936) Shukhevych fu chiamato come testimone. Lì sostenne la sua intenzione di parlare solo in ucraino per il quale fu multato. Dopo aver salutato la corte con l’appello ” Gloria all’Ucraina“, Shukhevych fu nuovamente arrestato.
Durante il processo a Leopoli contro l’OUN (25 maggio – 27 giugno 1936), fu accusato di tradimento, appartenenza all’organizzazione clandestina dell’OUN e condannato a tre anni di reclusione. Fu nuovamente rilasciato per amnistia il 27 gennaio 1937.
Nel novembre 1938, la Rutenia dei Carpazi ottenne l’autonomia all’interno dello stato cecoslovacco. Shukhevych organizzò aiuti finanziari per il governo della neonata repubblica e inviò membri dell’OUN a fondare il Carpathian Sich . Nel dicembre 1938 attraversò illegalmente il confine dalla Polonia alla Cecoslovacchia, recandosi nella città rutena di Khust. Lì, con l’aiuto dei membri locali dell’OUN e dell’intelligence nazista, istituì il quartier generale per la lotta contro il governo centrale cecoslovacco. Nel gennaio 1939 l’OUN decise di spodestare il governo autonomo, che a loro appariva troppo filo-cecoslovacco. Il tentativo di colpo di stato avvenne nella notte tra il 13 e il 14 marzo, in relazione alla proclamazione dell’indipendenza slovacca, gestita dalla Germania. Con l’aiuto di simpatizzanti tra la polizia, gli insorti guidati da Shukhevych presero le armi della gendarmeria locale, ma i loro assalti alle guarnigioni dell’esercito cecoslovacco fallirono. Solo a Khust 11 combattenti OUN furono uccisi e 51 catturati. Poi, dopo la creazione dello Stato vassallo slovacco il 14 marzo, e l’occupazione della Cecoslovacchia da parte dei nazisti il 15 marzo, la Rutenia dei Carpazi fu invasa e annessa dall’Ungheria. Shukhevych partecipò attivamente al conflitto armato con le forze ungheresi.
Nell’autunno del 1939 Shukhevych si trasferì in Polonia, dove organizzava il trasporto illegale di documenti e materiali attraverso il confine sovietico-tedesco e fungeva da riferimento per le attività dell’OUN in Ucraina. Dopo che nel febbraio 1940 comando dei nazionalisti ucraini si divise in due tendenze, su concezioni diverse delle tattiche da tenere, il 10 febbraio 1940, l’organizzazione nazionalista si divise in due fazioni una guidata da Stepan Bandera e l’altra da Andriy Melnyk. Shukhevych divenne membro del Comando Rivoluzionario dell’OUN guidato da Bandera, prendendo in carico la sezione che si occupava dei territori rivendicati dagli ucraini, che dopo il patto Molotov-Ribbentrop erano stati presi dalla Germania (Pidliashshia, Kholm, Nadsiania e Lemkivshchyna). Contribuì a formare una potente rete per le le attività clandestine in Ucraina, con corsi di addestramento paramilitari, preparazione di quadri militari che poi sarebbero diventati il futuro esercito ucraino nazionalista. Shukhevych fu anche l’organizzatore del Secondo Grande Congresso dell’OUN che ebbe luogo nell’aprile 1941.
Nella primavera del 1943, l’ UPA dell’OUN -B lanciò una campagna di omicidi ed espulsioni contro la popolazione polacca della Volinia e all’inizio del 1944 contro i polacchi nella Galizia orientale. Ciò fu fatto come attacco preventivo, in attesa di un prevedibile conflitto polacco-ucraino sui territori contesi, che erano stati internazionalmente riconosciuti come parte della Polonia nel 1923.
Secondo lo storico americano Timothy D. Snyder, specializzato nella storia moderna dell’Europa centrale e orientale, Professor of History presso l’Università di Yale, membro permanente presso l’Istituto per le Scienze Umane di Vienna, oltre ad essere componente del Comitato sulla coscienza del Museo memoriale dell’Olocausto degli Stati Uniti, si stima che fino a 100.000 polacchi siano stati uccisi dai nazionalisti ucraini durante il conflitto e altri 300.000 siano stati costretti all’esilio, a causa della pulizia etnica. Secondo Snyder, 40.000-60.000 civili polacchi furono uccisi dall’UPA in Volinianel 1943 e circa 25.000 nella Galizia orientale. Lo storico dell’Università dell’Alberta, Per Rudling ha affermato che Shukhevych comandava l’UPA durante l’estate del 1943, quando decine di migliaia di polacchi furono massacrati.
Shukhеvych è morto in uno scontro armato con un gruppo operativo dell’MGB (Servizi sicurezza ucraini), nel villaggio di Bilohorshcha alla periferia della città di Lviv, il 5 marzo 1950 a 42 anni.
Nell’Ucraina del post Maidan, questo criminale di guerra, comandante del Battaglione Nachtigall, comandante del Battaglione di Polizia ausiliaria tedesco Schutzmannschaft 201, capo militare dell’Esercito insurrezionale ucraino (UPA) e uno degli organizzatori dei massacri di Galizia-Volynia di circa 100.000 polacchi, Shukhevich è ritenuto e celebrato come un eroe. Per i compleanni si svolgono raduni di commemorazione di massa in varie città ucraine. Il 23 ottobre 2001, il Museo storico di Leopoliha convertito la casa in cui Shukhevych è stato giustiziato in un museo commemorativo. Francobolli e monete sono stati coniati in suo onore, nel 100° anniversario della sua nascita. Postumo, è stato insignito delle più alte decorazioni dell’UPA: la Croce d’oro al merito di combattimento di prima classe e la Croce al merito in oro.
Nel giugno 2017, il consiglio comunale di Kiev ha ribattezzato la General Vatutin Avenue della città, in Roman Shukhevych Avenue. Il 5 marzo 2021, il consiglio comunale di Ternopil ha nominato lo stadio più grande della città di Ternopil, come Stadio cittadino di TernopilRoman Shukhevych.
Nell’Ucraina “libera e democratica” di oggi, il figlio, nato nel 1933 a Leopoli, continuatore delle idee e valori del padre, Yurii Shukhevych, nelle elezioni parlamentari ucraine del 2014, Y. Shukhevych è stato eletto nel parlamento ucraino per il Partito Radicale. Prima è stato un leader riconosciuto delle formazioni neonaziste, nel dicembre 1990 fu eletto capo dell’Assemblea nazionale ucraina – Autodifesa nazionale ucraina, una formazione radicale fascista. Yuri Shukhevych ha anche trascorso oltre 30 anni nelle prigioni sovietiche. Nel 1944, quando l’ Ucraina occidentale fu liberata dall’Armata Rossa, fu arrestato con sua madre e mandato in Siberia, come familiari di nemici del popolo.
Nell’agosto 1994 Shukhevych si ritirò dalla vita politica attiva a causa di duri scontri con gli altri leader del partito. All’inizio del 2006 Shukhevych è tornato in politica ed è entrato nella lista elettorale dell’UNA-UNSO per le elezioni ucraine del marzo 2006 al numero 1. Ma il partito perse le elezioni totalizzando lo 0,06% del totale voti. Il 19 agosto 2006 Y. Shukhevych ha ricevuto il titolo di “Eroe dell’Ucraina“per le attività sociali e politiche a lungo termine in nome dell’indipendenza dell’Ucraina. Nell’ottobre 2006 UNA-UNSO ha rieletto Y. Shukhevych come suo presidente e poi anche nel giugno 2010.
Un articolo pubblicato dal portale della comunità ebraica internazionale “Defending History” ha riportato incredulo che l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID) avrebbe giocato un ruolo rilevante nella riabilitazione dei criminali di guerra collaborazionisti nazisti ucraini.
In quel rapporto si rilevava che la questione del sostegno dell’USAID alla politica della memoria nazionalista ucraina va oltre ciò che era già difficile da credere. Per esempio una Conferenza sulle riforme in Ucraina,una conferenza per funzionari ucraini e stranieri, con membri dell’Unione europea, dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO), del Gruppo dei Sette (G7), rappresentanti della società civile, membri del settore privato e think tank, tenutasia Kiev il 17-19 e 23-27 novembre 2019, che si è conclusa con un seminario sulla “politica nazionale della memoria”. Il forum di otto giorni fu sponsorizzato dall’USAID, insieme ad altre istituzioni.
Due dei quattro relatori per la politica della memoria, Ivan Patrylak e Yaryna Yasynevych, erano membri del Center for Research of the Liberation Movement (TsDVR), una “struttura di facciata ” dell’OUN-B, la fazione dell’Organizzazione dei nazionalisti ucraini, fondata e guidata dal famigerato collaboratore nazista Stepan Bandera. Come documentato prima, profondamente antisemiti e massacratori di centinaia di migliaia di ebrei e polacchi durante la seconda guerra mondiale. Dall’inizio della Guerra Fredda, l’OUN-B ha lentamente ma instancabilmente manovrato gran parte della diaspora ucraina organizzata e subito dopo il crollo dell’Unione Sovietica ha ripreso da dove si era interrotta in Ucraina.
Ma per fare questo ha avuto il sostegno e la complicità occidentali.
In quella Conferenza tra i relatori principali vi erano il Dr. Ivan Patrylak, preside del dipartimento di storia dell’Università Nazionale Taras Shevchenko di Kiev, ex ricercatore TsDVR. La sua co-relatrice Yaryna Yasynevych coordinatrice del programma TsDVR, è moglie di Volodymyr Viatrovych, autore del famigerato “Historian Whitewashing Ukraine’s Past “.
Nel 2012, Defending Historyha pubblicato una serie di articoli che trattavano della cosiddetta “Canadian Conference in Support of Ukraine” (CCSU), una coalizione di organizzazioni affiliate all’OUN–B in Canada. Il TsDVR, già diretto da Viatrovych, è partner ufficiale e membro a pieno titolo dell’ente capogruppo della CCSU, un centro di coordinamento internazionale delle ONG Banderiste subordinato all’OUN-B e nota per avere sede a Toronto.
Yaryna Vasynevych è un membro del consiglio della Coalition Package of Reforms (RPR), finanziata dall’occidente, di cui fa parte anche il TsDVR. La RPR e il CCSU hanno condiviso molti degli stessi sponsor, inclusi, a titolo esemplificativo ma non completo, USAID, nonché l’Unione Europea, il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite in Ucraina e i ministeri degli esteri danese e lituano.
Di queste reti internazionali fanno parte anche due gruppi giovanili affiliati all’OUN–B: l’International Ukraine Youth Association (CYM), fondata nel 1946 nella Germania occidentale e il Militant Nationalist Congress (MNK), che ha forti legami in Ucraina. Molti dei monumenti dell’OUN–B nella diaspora ucraina si trovano nelle sedi del CYM.
L’MNK, è stato fondato nel 2001, originariamente concepito come l’ala giovanile del Congresso dei nazionalisti ucraini (KUN), che negli anni ’90 è stato il partito politico espressone dell’OUN-B clandestino. Il capo della filiale di Kiev dell’MNK, Dmytro Shved, ha il tatuaggio nazista Sonnenrod (“ruota solare“) sul gomito, vedere sotto, e il suo leader nazionale è stato coautore della rappresentazione teatrale dell’MNK profondamente antisemita “Rebel Vertep”, eseguita annualmente a tema dell’esercito ribelle ucraino UPA.
In una delle loro Conferenze pubbliche, dedicata alle politiche giovanili e moderato da Olena Podobied-Frankivska, che lavorava per il TsDVR, suo marito già leader del CYM di Kiev e noto antisemita, ha “accusato gli ebrei di essere i principali autori di crimini sovietici contro gli ucraini negli anni ’20 e ’30”.
