I NAZIFASCISTI ANDATI AL POTERE A KIEV NEL 2014 PER MERITO DI GEORGE SOROS E DEL MAFIOSO BARACK OBAMA CON LA SUA FECCIA DI BANDITI ASSASINI ANGLOAMERIKANI DEVONO ESSERE IMPICCATI SENZA PIETA IN PIAZZA MAIDAN A KIEV.

I nazifascisti del 2022 di tutte le classi borghesi esistenti devono ben ricordare che dopo la disfatta e l’annientamento del regime sanguinario nazifascista di Kiev del sanguinario assassino ebreo nazista e pedofilo puzzolente Volodymyr Zelensky , una merda alto un metro e un cazzo , che saranno catturati dalle nuove BRIGATE PARTIGIANE INTERNAZIONALI , anti-imperialiste angloamerikane e anti-nazifasciste e non saranno processati dai TRIBUNALI DEL POPOLO , ma saranno semplicemente impiccati a testa in giu’ come il testa di cazzo sanguinario BENITO MUSSOLINI , la sua troia e altri criminali fascisti leccaculi del DUCE . Ci saranno tante Piazze Loreto con gli escrementi nazifascisti appesi per i piedi . Mai dimenticare , brutti maiali nazifascisti .
I fascisti del 1944 e il rovesciamento materiale e simbolico a cui fu sottoposto il corpo di Benito Mussolini – assieme a quello della troia Claretta Petacci e di alcuni gerarchi fascisti – affonda le radici ben prima di quel 29 aprile 1945 in cui Piazzale Loreto, snodo del traffico milanese, venne trasformato nella vetrina del tiranno ucciso. A costituire il sostrato necessario per comprendere quella macabra esposizione, al centro nell’Italia del dopoguerra di un’oscillazione “fra rimozione, imbarazzo ed esecrazione” , vi fu innanzitutto l’esaltazione del corpo del leader propria dei regimi autoritari.
Nel corso del regime fascista e sotto occupazione dei nazisti ariani tedeschi , attorno al corpo del duce gravitarono forme di culto atte ad esaltarne la fisicità virile, dalle trincee alle spiagge, dai campi in cui si mostrava a torso nudo intento nella mietitura del grano all’esasperata gestualità delle orazioni pubbliche. Utilizzando abilmente a fini propagandistici i nuovi mezzi di massa, venne trasformato in un’appendice del regime, in un oggetto mitico capace di penetrare profondamente l’immaginario popolare.
Ancor prima dell’arresto avvenuto nel pomeriggio del 27 aprile 1945, il corpo di Mussolini era stato simbolicamente scalfito nelle piazze e nelle strade in festa per la caduta del regime, il 25 luglio 1943.
I suoi busti venivano trascinati nella polvere, le foto strappate, l’odonomastica del fascismo sostituita in un giubilo destinato presto ad essere frustrato dalla prosecuzione drammatica del conflitto, finalmente “sbarcato” anche sul suolo nazionale.
Nella guerra civile combattuta nella parte centro-settentrionale del Paese, la neonata Repubblica Fascista Sociale cominciò a praticare come forma estrema di controllo della popolazione l’esposizione pubblica dei corpi impiccati o fucilati dei partigiani e dei loro collaboratori, degradandoli come fossero bestie – trattamento che fino a quel momento era stato riservato ai soli indigeni delle colonie africane e che fu, fino a Piazzale Loreto, decisamente meno diffuso tra le Brigate Partigiane.
Fu proprio questa pratica, riservata dagli squadristi della legione Ettore Muti a dei prigionieri politici, la mattina del 10 agosto 1944, a determinare la nemesi sul corpo del tiranno ucciso.
Per rappresaglia ad un presunto attentato gappista contro dei camion tedeschi, infatti, 15 partigiani furono prelevati dal carcere di San Vittore, fucilati e lasciati per un’intera giornata riversi in Piazzale Loreto, custoditi e oltraggiati dai militi fascisti.
È uno spettacolo che segna la città, rafforzando nella loro fede i resistenti comunisti e provocando perfino una crisi istituzionale all’interno dei vertici della Rsi milanesi.
Ci sono le corone di fiori, non a caso, e la scritta Piazzale Quindici Martiri vergata a mano, quel giorno in cui dal lago di Como, all’alba del 29 aprile 1945, giunge il camion che scarica i corpi di Mussolini, della Petacci e dei gerarchi Starace, Pavolini e Bombacci .
Catturato nel paesino di Dongo mentre cerca di fuggire in uniforme tedesca, il duce vigliacco e vile è stato fucilato il giorno prima assieme alla troia Petacci di fronte ad un cancello nella frazione di Giulino di Mezzagra. L’ordine di eliminarlo è arrivato dal CLN.
In piazzale Loreto, il 29 aprile, comincia invece per i cadaveri un “calvario in due tappe” : prima il crucifige, il ludibrio, poi la crocifissione.
È una scena densa di simbologia quella a cui si assiste quel giorno, a partire dagli assembramenti che ondeggiano e si ammassano per vedere dal vivo il corpo odiato, per scaricarvi sopra la vendetta delle sofferenze del fascismo e della guerra.
È un vilipendio non lasciato al caso: gli si grida di “fare un discorso”, gli si spara, sputa e orina addosso, il cranio viene sfasciato a calci. Le donne di Milano gli gettano addosso ortaggi e pane nero, base della “dieta di guerra”. Uno scettro gli compare tra le mani, mentre la testa è appoggiata sul corpo della Petacci, quasi a dileggiare le sue tanto celebri doti amatorie.
I partigiani faticano a contenere la folla. Per mostrare alla piazza e all’Italia intera che a essere morto è proprio il duce, si decide di appenderlo ad un traliccio di un distributore. Anche il corpo del capo supremo che si credeva immortale si mostra nel suo sfacelo. Ma l’impiccagione a testa in giù è soprattutto il colmo della vendetta , la trasformazione del cadavere dell’uomo che aveva segnato le sorti del Paese per più di vent’anni in un animale da macello.
Il “giusto rituale di rovesciamento simbolico” a cui furono sottoposti i corpi dei gerarchi e soprattutto di Mussolini finiva lì, ma la salma del duce avrebbe continuato ad essere “artefice di storia”, rocambolescamente rapita e nascosta per anni, riconsegnata alla famiglia negli anni ’50 e sepolta nel mausoleo tutt’ora al centro di lugubri pellegrinaggi a Predappio .
Per l’Italia antifascista quello spettacolo rappresento’ un motivo di orgoglio, strumentalizzato ben presto dai nostalgici come esempio della giustizia partigiana. Calato nel contesto, in realtà, non fu che l’esito automatico della barbarizzazione a cui la guerra e il fascismo avevano condannato il Paese per 20 anni .
Cosi finira il boia sanguinario nazifascista ebreo di merda e cocainomane Volodymyr Zelensky insieme a tutti i suoi assassini nazisti di AZOV e PRAVY SEKTOR . Impiccati tutti , uno per uno , a testa in giu in Piazza Maidan con anche tutti gli angloamerikani presenti nella UE.
LA GUERRA AL NUOVO NAZIFASCISMO UKRAINO ED OCCIDENTALE NON E’ CHE ALL’INIZIO . LE BRIGATE PARTIGIANE INTERNAZIONALI RIPETERANNO LA GIUSTIZIA DEGLI ANNI 1940-1945.